Mi cerca tra i fumi, nella Bolivia selvatica, terra di colori e di larghe distese. E’ l’alba, poco dopo il sonno, quando la mente è ancora sgombra, e non c’è buio né luce.
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Salar de Uyuni
Il Salar de Uyuni, con i suoi 10.582 kmq, è il deserto di sale più grande del pianeta. Si trova nel Sud della Bolivia, a quota 3.600. Ci si arriva in Jeep, dalla cittadina Uyuni. Non ci sono volumi – nessuna prospettiva – perché l’orizzonte è piatto; non ci sono direzioni perché è un paesaggio
Sajama
Il Sajama, con i suoi 6.540 metri d’altezza è la montagna più alta della Bolivia. Per raggiungerlo ci vuole pazienza e spirito d’avventura: dopo aver lasciato l’ultimo centro abitato Patacamaya (un paesino degradato tagliato a metà dalla strada che collega La Paz- Oruro), si percorre una lunga strada per 3 ore abbondanti, attraversando un paesaggio
Isola di Amantanì (Lago Titicaca)
All’isola di Amantanì ci si arriva in barca da Puno. Quando tira il vento, il lago di Titicaca si gonfia, s’abbuia e minaccia. Bisogna lasciarsi dondolare dalle grandi onde, avere la fede dei marinai e aspettare di attraccare al primo porto dell’isola. Amantanì è tonda, con una superficie di circa 9 km2. La si percorre
Salineras de Maras
Le saline di Maras sono 4.500 pozze di acqua salata che si sviluppano in discesa, nella gola del monte Qaqawiñay, a 50 km da Cusco, nel Valle Sagrado. È un fatto inusuale trovare il sale ad altitudini così alte. Perché? La leggenda narra che il guerriero Ayar Cachi pianse fino a formare le pozze di
Vinicunca, Montaña de 7 colores
Vinicunca, la montagna dei 7 colori, si trova a 5.200 metri di altezza, nel distretto di Pitumarca. Fino a pochi anni fa era coperta di ghiaccio e non era battuta dal turismo. Oggi, con la pubblicazione delle foto sui social, è diventata il secondo luogo più visitato del Peru, dopo Machu Picchu. Milioni di anni
Machu Picchu
Machu Picchu (in quechua “montagna vecchia”) è la dimora più straordinaria in cui l’uomo abbia mai vissuto. Incastonata, a 2400 m, tra le cime affilate delle Ande, è attraversata nelle prime ore del mattino da banchi di nebbia che offuscano i precipizi vertiginosi. E’ un nido appeso alle vette della Cordigliera, nel grembo della pachamama,
Mappa 3
Siamo entrati in Colombia dalla porta principale, dalla bella Cartagena: città di battaglie, di salsa e di erotismo. Da Don Fidel (⇒) abbiamo ascoltato la miglior musica del Paese, poi siamo scesi a Santa Marta dove abbiamo ballato in un locale fino a tardi. All’ecovillaggio Gambira (⇒) , nella Sierra Madre, abbiamo appreso un sentimento raro: la
Bogotá
Bogotà è una città senza una gran fama. Troppo traffico, troppo casino, troppo pericolosa. Il consiglio è di passarla in fretta, camminare nella Candelaria (non dopo le 18), salire a Monserrate, visitare il Museo di Botero e il Museo del’Oro. Fatto questo, prendere un aereo e andare nella fervente Medellin, dove là si vede la
Mappa 2
Da San Francisco (⇒) siamo atterrati a Oaxaca(⇒), con un gran desiderio di vivere, ancora, il Messico. Qui, abbiamo preso casa, vicino alla tienda della Signora Aurelia(⇒). Era la stagione delle piogge, ma tutto – i mercati, l’arte, la ceramica, i fiori, gli intonaci delle case – splendeva. A Hierve el Agua(⇒) ci siamo tuffati in