Siamo entrati in Colombia dalla porta principale, dalla bella Cartagena: città di battaglie, di salsa e di erotismo. Da Don Fidel (⇒) abbiamo ascoltato la miglior musica del Paese, poi siamo scesi a Santa Marta dove abbiamo ballato in un locale fino a tardi. All’ecovillaggio Gambira (⇒) , nella Sierra Madre, abbiamo appreso un sentimento raro: la nostalgia della natura. Ci siamo promessi, d’ora in avanti, di difenderla con la tenacia delle comunità indigene che vivono da secoli in questi luoghi. A Medellin, città-simbolo della Colombia che cresce, abbiamo vagato diversi giorni in cerca di casa, scampando ad una sparatoria tra bande nella Comuna 13 (⇒), la temibile periferia. Ci siamo sentiti esposti, così abbiamo cambiato aria e siamo andati a Jardin (⇒), un paese magico dove non c’è il male ma solo distese di banani (⇒), piantagioni di caffè, tanti vecchi e tanti cavalli. Siamo poi scesi in Salento, dove abbiamo abbracciato le palme di cocora (⇒) che sono alte più dei monti, magre come spilli, fitte come una scatola di cerini, belle come stelle filanti. A Cali, siamo stati ospitati dalla famiglia di Raul (⇒). Qui, abbiamo goduto della gentilezza dei colombiani, gente di cuore, di musica e di telenovelas. Nella coloniale Villa de Leyva c’è una delle piazze (⇒) più belle che abbiamo mai visto, di 14.000 mq, raccolta tra le brulle montagne della Cordigliera orientale delle Ande. Abbiamo lasciato la Colombia da Bogotà (⇒). Una grande capitale sudamericana, dove si apprende, fuori dai libri il surrealismo di Marquez. Ci siamo sentiti bene tra ristoranti, musei, festival di cinema indipendente, locali, librerie e parchi.
La Colombia è il Paese più gentile delle Americhe.
Durata: 21.08.2018 – 21.10.2018 (61 giorni)
km: 2.377 km
Tappe:
37_Cartajena
38_Santa Marta
38a_Gambira
39_Medellin
40_Jardin
41_Salento
42_Cali
43_Villa de Leyva
44_Bogotà