CDMX – Ciudad de México

A Città del Messico (chiamata anche DF, distrito federal, o “el monstre”), a 2420m sopra il livello
del mare, Ter-ra consiglia di:

1) Fare colazione nella terrazza del Gran Hotel Ciudad De México, inaugurato nel 1899, in pieno stile Art Nouveau. La terrazza si affaccia su Plaza de la Constitución, detta comunemente Lo Zocalo. Elegante, raffinato ed accessibile (anche se indossi le scarpe da trekking).

2) Tagliare i capelli alla Peluqueria vicino a Parque México. Dopo un taglio, diventerà più facile farti sorprendere dalle cose.

3) Chiedere consigli per strada e solo poi a Google. Generalmente, i messicani sono cordiali,
generosi, orgogliosi del proprio Paese e si fermano volentieri a scambiare due parole.

4) Visitare i musei. Tutti, non saltarne uno (l’arte in Messico è politica). Gli imperdibili:

a) Museo Nazionale di Antropologia (all’interno del Bosque di Chapulpetec): superbo!            b) La casa Azul di Frida Khalo e Diego Rivera (quartiere Coyacan): un’immersione nel blu maya e nell’emotività di Frida. La cucina e il giardino sono, be’…, favolosi.
c) Museo Saumaya (quartiere Polanco): architettura vertiginosa color latte. Trovi diversi artisti, per citarne alcuni: Chagall, Monet, Renoir, El Greco, Botero, De Chirico. Oltre al meglio della pittura messicana: José María Velasco, Agustín Arrieta, Dr. Atl, Diego Rivera, José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros.
d) Museo Nacional de México (Zocalo): qui, tra i diversi murales, impera l’Epopeya del pueblo mexicano di Diego Rivera, realizzato in 6 anni (1929-1935) per il governo messicano. 275 mq di pura, purissima, bellezza.
e) Museo del Palazzo Bellas Artes: la prestigiosa architettura di marmo bianco di Carrara che sprofonda poco a poco nel terreno (Città del Messico sorge infatti sulla conca lacustre del lago di Texcoco). Qui, ci sono i murales dei tre grandi: Rivera, Siqueiros, Orozco.
f) Museo Memoria y Tolerancia: per capirne di più sull’orrore dei genocidi. Diverse sale, davvero ben pensate, dedicate allo sterminio degli ebrei e ai massacri di Guatemala, Srebrenica, Ruanda, Cambogia e Darfur. Dopo almeno quattro ore, esci e vuoi diventare un’attivista per i diritti umani. Subito, immediatamente.

5) Prendere la Metro assieme agli altri 9 milioni di persone in movimento (evita le ore di
punta, dalle 6 alle 11, dalle 17 alle 20, per non sentirti una sardina in una scatola di latta).
Alcune precisazioni:
a) I vagoni finali sono riservati a donne e bambini. Questo, tienilo in mente, perché 9 donne su 10 dichiarano di aver subito violenze e abusi nella metro.
b) Entrare nella metro vuol dire entrare in uno sciame di api. Bisogna aver chiara la destinazione e andarci velocemente. Altrimenti inciampi e vieni travolto. La maggior parte delle stazioni sono labirintiche, ma ben segnalate.
c) Il 90% delle donne alla mattina si trucca in metro, con tanto di arriccia ciglia e lima unghie.
d) È il posto più sicuro in caso di terremoto.
e) Gli ambulanti salgono e scendono e, con un tono di voce nasale altissimo, vendono di tutto, da caramelle a un peso ai carica cellulari di terza mano.

6) Pranzare al Comedor Mexicano Mony (Calle Zacatecas, quartiere Roma). Cucina indio con
clienti locali e pappagalli gialli e verdi. Menù a 80 pesos/3,5 euro (Consume de Pollo, Pechuga a la plancha y cola). Oppure a Villa Hermosa (quartiere Obrera), il ristorante di Don Carlos, che ha la barba lunga e bianca, come quella di un mago. Qui puoi mangiare rane (carne bianca molto tenera) e chiocciole nel mole (prendi uno stuzzicadenti, infilalo nel guscio, tira fuori il corpo viscido, imbevilo nel mole, mangialo).

7) Rilassarsi al Bosque di Chapulpetec. È possibile che le narici siano intasate di muco colloso a causa del traffico feroce. Prendi la bici (c’è un comodo servizio di bike sharing) ed esplora
il parco di Chapulpetec. Qui puoi ossigenare i polmoni e trovare caramelle, palloncini, tacos, musei e laghi.

8) Imparare l’arte di contrattare e fare un giro in lancha (una specie di gondola) nel quartiere
galleggiante di Xocimilco. Vedrai l’isola delle bambole e ascolterai leggende sull’ajolote, la
salamandra neotenica (che compie l’intero ciclo vitale allo stadio di larva).

9) Fare merenda con tacos e birra Negro Modelo alla Cantina Castillo (quartiere Tacubaya) o
alla Cantina Buenos Aires (quartiere Zocalo) oppure, ancora meglio, mangiare frutta esotica in qualsiasi bancarella della strada.

10) Acquistare amuleti e strumenti di magia al mercado di Sonora. Trovi anche pennuti e spezie.

11) Scalare i 242 gradoni della Piramide del Sol a Teutihuacan (a 50 minuti in bus dalla città) e
prendere l’energia cosmica in uno dei siti archeologici più seducenti del mondo.

12) Scaricare le applicazioni uber e easy taxi e farsi raccontare le vite nel traffico dei taxisti del
DF. È sconsigliato fermare un taxi in corsa.

13) Fare la limpia del fuego (quartiere Buenos Aires, 160 pesos/7 euro): rituale precolombiano,
praticato con regolarità dai messicani, che scrolla di dosso l’energia negativa, con fiamme, erbe e benedizioni del chaman. Devi metterti in fila e aspettare il tuo turno.

14) Guardare un film alla Cineteca Nacional (quartiere Coyacan): un’oasi di pace dove trovi
un’accurata selezione di film messicani e internazionali.

 

Queste sono solo alcune delle infinite possibilità che ti offre Città del Messico. Puoi invaghirti della città anche in solo due settimane. Perché quelle due settimane ti possono sembrare due mesi, forse di più, dalla mole di stupore ed intensità che puoi ricevere in un solo giorno. Poi, però, sarà meglio riposare, verso Nord.