Mappa 3

Siamo entrati in Colombia dalla porta principale, dalla bella Cartagena: città di battaglie, di salsa e di erotismo. Da Don Fidel (⇒) abbiamo ascoltato la miglior musica del Paese, poi siamo scesi a Santa Marta dove abbiamo ballato in un locale fino a tardi.  All’ecovillaggio Gambira (⇒) , nella Sierra Madre, abbiamo appreso un sentimento raro: la

Bogotá

Bogotà è una città senza una gran fama. Troppo traffico, troppo casino, troppo pericolosa. Il consiglio è di passarla in fretta, camminare nella Candelaria (non dopo le 18), salire a Monserrate, visitare il Museo di Botero e il Museo del’Oro. Fatto questo, prendere un aereo e andare nella fervente Medellin, dove là si vede la

Jardin

Jardin, si chiama così perché quando scoprirono questa valle, nel 1860, l’abbondanza di fiori, di alberi da frutto, di piante, di uccelli, di ruscelli e di farfalle facevano ricordare un rigoglioso giardino. Jardin divenne un paese di montagna, fatto di case colorate con balconi fioriti, di poche vie, di 14.000 abitanti. L’aria è fresca e

Ana Maria

Ci fermavamo da lei ogni mattina per bere una spremuta d’arancia, finchè siamo diventati amici. Ana Maria, 36 anni, vive, con il figlio e i genitori anziani, in una finca in mezzo a piantagioni di caffè e distese di banani, in una valle di Jardin, in Colombia. Chiacchieravamo seduti nel tavolo di fronte a casa,