Machu Picchu (in quechua “montagna vecchia”) è la dimora più straordinaria in cui l’uomo abbia mai vissuto. Incastonata, a 2400 m, tra le cime affilate delle Ande, è attraversata nelle prime ore del mattino da banchi di nebbia che offuscano i precipizi vertiginosi. E’ un nido appeso alle vette della Cordigliera, nel grembo della pachamama, in un luogo difficilmente accessibile all’uomo. L’occhio solo con il sole del pomeriggio intravede la valle, dove scorre lontano il fiume Urubamba.
Fu Pachacútec, il primo imperatore Inca, a ordinare, nel 1440, la costruzione di Machu Picchu che fu bruscamente interrotta con la caduta dell’impero inca nel 1532. Arrivarono in Perù 160 uomini e 80 cavalli dalla Spagna e piegarono un impero di 10 milioni di abitanti già indebolito da anni di guerra civile. L’ultimo imperatore Inca, Atahualpa, quando vide prossima la fine dell’impero, tentò di salvare Machu Picchu dal saccheggio dei conquistatori, ordinando la distruzione delle vie che portavano all’accesso della città. Fu breve quindi la vita di Machu Picchu, che, dopo la caduta degli Incas, rimase nascosta nella natura per quattro secoli, fino a quando l’americano Hiram Bingham la scoprì. Era il 1911. Vi trovò tre famiglie di contadini che vi vivevano stabilmente ignare di abitare in una delle sette meraviglie del mondo.
Machu Picchu era un luogo sacro, abitato dalle migliori menti dei Quechuas (erroneamente chiamati Incas). Una sorta di Università, un luogo del sapere. Nella ciudadela vivevano circa 750 persone tra sacerdoti, astronomi, sciamani, nobili e guerrieri. In alcune occasioni speciali vi faceva visita l’imperatore che risiedeva a Cusco, capitale del regno.
Alcuni edifici furono costruiti per calcolare gli equinozi e i solstizi e determinare così il calendario agricolo. Gli Incas, anche se vivevano ad alte altitudini, non soffrirono mai la fame perché adottarono geniali soluzioni ingegneristiche per la raccolta dell’acqua potabile e lo scolo nella stagione delle piogge, attraverso la costruzione di lunghi canali e il sistema di terrazzamenti verticali per le colture.
Machu Picchu racconta la storia di un tempo antico, quando l’uomo era consapevole di essere natura e di vivere per essa. E’ un luogo dove c’è molta energia, forse ambivalente, che oscilla tra stupore e timore di fronte alla spettacolarità della natura e all’ingegno dell’uomo.